Gymnocalycium
cactus

Gymnocalycium: parassiti e malattie comuni

Sebbene siano piante piuttosto resistenti, i Gymnocalycium possono essere soggetti a tre ordini di problemi riassumibili in: problemi di natura fisiopatologica, infestazioni di parassiti, malattie fungine.

Problemi di natura fisiopatologica

I problemi fisiopatologici riguardano l’alterazione della struttura e della funzionalità della pianta a causa di una coltivazione inadeguata.

Nel caso di specie, possono essere ricondotti a:

  1. eccesso di acqua;
  2. carenza di acqua;
  3. scottature solari;
  4. temperature troppo basse;
  5. sovraffollamento radicale;
  6. avvelenamento da fototossicità.

Eccesso di acqua

Gymnocalycium, danno da eccesso di acqua

L’eccesso di acqua si verifica per due motivi: o perché se ne dà troppa, non lasciando asciugare completamente il terreno tra un’innaffiatura e l’altra o perché il substrato non è sufficientemente drenante e quindi trattiene troppa umidità. Questa circostanza porta a due conseguenze più o meno fatali per la pianta, la rottura dei tessuti o il marciume radicale.

Nel primo caso, se il danno non è troppo esteso, possiamo cospargere le ferite con della polvere di cannella per evitare un attacco di funghi, in questo modo, forse potremo salvare la pianta. Nel secondo caso, le cose si fanno più difficili perché fondamentalmente è difficile accorgersi del marciume in tempo. Stiamo attenti ai segnali che il nostro cactus ci manda, se vediamo che inizia a crescere più lentamente, magari rispetto ad altri cactus della stessa specie, allora ci deve venire il sospetto che ci sia un problema alle radici che non riescono ad alimentare la pianta come prima.

Per precauzione estraiamo la pianta e valutiamo lo stato delle radici, se non sono troppo compromesse, tagliamo via quelle marce e spruzziamo con un fungicida avendo cura di rinvasare in un vaso con del terriccio fresco e drenante e cambiamo le abitudini di innaffiatura.

Carenza di acqua

Gymnocalycium, danno da carenza di acqua

È una pura leggenda metropolitana, quella secondo cui i cactus non hanno bisogno di acqua, solo per il fatto di essere piante del deserto. È vero che i cactus sopportano meglio la siccità che l’eccesso di acqua perché sono in grado di immagazzinarne una grande quantità ma è anche vero che ad un certo punto, questa autonomia, si esaurisce e soprattutto quando il caldo aumenta, dopo un certo tempo, iniziano e disidratarsi e a seccare. Se ci accorgiamo che il nostro Gymnocalycium va verso questa direzione, iniziamo a dare acqua aumentando la quantità progressivamente per dare il tempo alle radici di riprendersi.

Scottature solari

I Gymnocalycium sono cactus che non sopportano l’esposizione alla luce solare diretta. La più grave conseguenza di una tale esposizione sono le scottature solari, ce ne accorgiamo perché sulle costole o nella parte superiore direttamente esposte al sole iniziano a comparire macchie biancastre se la bruciatura è leggera, nei casi più gravi si formano macchie marroni di consistenza dura. Mentre le macchie bianche possono scomparire spostando la pianta all’ombra, le macchie marroni sono irreversibili e diventano cicatrici permanenti. La prevenzione è quindi sempre la migliore soluzione.

Temperature troppo basse

I Gymnocalycium esigono temperature tra i 24 e i 30 gradi centigradi per stare bene. Possono sopportare le basse temperature per brevissimi periodi ma che non scendano comunque, al di sotto dei 9 o 10 gradi. Sono piante che temono molto il freddo e ancor di più il gelo.

Con il freddo, soprattutto se si bagnano, possono andare incontro a putrefazione. Con il gelo è ancora peggio. Sappiamo infatti che, i cactus immagazzinano grandi quantità di acqua nei loro tessuti, se quest’acqua gela a causa delle basse temperature, tenderà ad aumentare di volume rompendo i tessuti e facendo letteralmente esplodere la pianta.

Anche in questo caso, la prevenzione è la migliore soluzione, anche perché, non sempre un Gymnocalycium o una pianta grassa in generale, è in grado di riprendersi dai danni causati dal freddo o dal gelo. Di come comportarsi in queste circostanze, ne parlo diffusamente in un precedente articolo: Come proteggere le piante grasse in inverno.

Sovraffollamento radicale

Nell’articolo “Gimnocalycium: rinvaso e propagazione”, vi ho parlato dei motivi per i quali è necessario procedere al rinvaso della nostra piantina. Il principale tra questi è il sovraffollamento radicale. Quando la pianta cresce rimanendo per troppo tempo nello stesso vaso, le radici si appropriano completamente della zolla di terra creando una massa compatta completamente legata ad esso, tanto che anche l’acqua fa fatica a penetrarla, ragion per cui, la pianta non riceverà acqua a sufficienza iniziando ad appassire. Consideriamo inoltre il fatto che, anche tutti i nutrienti del terreno saranno ormai esauriti. In questo caso, la soluzione è rinvasare.

Avvelenamento da fototossicità

L’avvelenamento da fototossicità si verifica quando alla pianta viene somministrato uno spray insetticida o fungicida e successivamente viene esposta alla luce solare diretta. Ce ne accorgiamo perché nella parte interessata, compare una macchia marrone simile a una scottatura solare e lo è in un certo qual senso. Ovviamente non tutti gli anti parassitari sortiscono questi effetti ma nel dubbio è meglio prevenire. Dopo avere trattato la pianta è buona norma tenerla al riparo dal sole diretto.

Infestazioni di parassiti

I principali tipi di parassiti che possono attaccare i Gymnocalycium sono:

  • i tripidi;
  • le cocciniglie;
  • i ragni rossi.

I tripidi

Tripidi o Frankliniella occidentalis

Esistono circa 5000 specie di questi insetti definiti tripidi che attaccano un po’ tutte le piante. Ce n’è una in particolare che si nutre di cactus, si tratta del cosiddetto tripide occidentale dei fiori o Frankliniella occidentalis. Questi insetti sono piccoli, allungati e di colore arancione/giallo.

Si annidano generalmente tra le costole o all’apice del Gymnocalycium o meglio ancora sui tubi floreali di cui sono particolarmente ghiotti. Compaiono di solito con l’aumento delle temperature e possono causare danni significativi alla pianta. Essi infatti, si nutrono dei tessuti e della linfa provocandone la necrosi, inoltre nel punto in cui rimane la ferita, possono annidarsi altri agenti patogeni che continueranno a provocare necrosi e deformazione dei tessuti.

Come combattere questi parassiti? La cosa migliore è sempre un trattamento preventivo con un antiparassitario sistemico, i famosi bastoncini. Se l’attacco è già iniziato, la cosa migliore è eseguire una rimozione manuale utilizzando pinzette, tamponi di cotone o un getto d’acqua sulle piante. 

Le cocciniglie

Anche di questo tipo di parassita esistono diverse specie, ma quella che possiamo trovare sul Gymnocalycium  con maggiore probabilità, è la cocciniglia cotonosa. Attacca la pianta principalmente tra le costole e nel colletto. Se in questi punti notiamo delle formazioni biancastre che sembrano fiocchi di cotone, potrebbe trattarsi di cocciniglia. Con questo tipo di parassita, la tempestività è tutto, perché proliferano molto velocemente. Stiamo quindi attenti quando arriva il caldo e interveniamo con una soluzione di acqua e alcool denaturato. Con un batuffolo di cotone imbevuto puliamo delicatamente le zone infestate. Il risultato è garantito.

I ragni rossi

infestazione da ragni rossi

A dispetto del loro nome, i ragni rossi non sono in realtà ragni ma acari. Questo nome gli è stato attribuito non solo per il loro colore ma anche per il fatto che tessono una sorta di ragnatela setosa sulla pianta che vanno ad attaccare. Sono così piccoli che è difficile vederli ad occhio nudo. L’attacco di questi acari fa seccare la pianta in quel punto perché tendono a nutrirsi dello strato più esterno del cactus e lo possiamo notare soprattutto all’apice dello stesso perché a loro piace attaccare per prime le parti più tenere. Per questo problema, l’uso di un antiparassitario specifico è l’unica soluzione. Durante il trattamento che andrà sicuramente ripetuto più volte, mettiamo a riparo il nostro Gymnocalycium dalla luce solare per evitare una reazione fototossica.

Malattie fungine

Le malattie fungine sono una vera e propria piaga. Nel caso dei Gymnocalycium, non è un evento molto frequente ma può verificarsi anche come conseguenza delle infestazioni parassitarie. Gli attacchi fungini sono caratterizzati da una macchia color ruggine o nera circondata da sezioni marroni essiccate sul gambo del cactus. Il più delle volte, provocano solo un danno estetico e non sono letali per la pianta. Si potrebbe intervenire con prodotti fungicidi ma, anche se rallentano l’avanzare della malattia, non la fermano del tutto e il fungo difficilmente viene eliminato. Delle volte il problema si risolve lasciando fare alla natura, l’importante è ridurre in modo significativo l’irrigazione durante questi attacchi.

Credit: “Gymnocalycium stellatum” by Zruda is licensed under CC BY-NC-SA 2.0; “Roots” by barnoid is licensed under CC BY-SA 2.0; “Frankliniella occidentalis (état larvaire)” by Philippe Garcelon is licensed under CC BY-NC-SA 2.0; “cochineal on cactus” by oliver.dodd is licensed under CC BY 2.0;

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